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Thailandia. Da Ban Kham Pia a Nakhon Phanom. In cui salutiamo Angelina e famiglia ripromettendoci di tornare, noleggiamo le biciclette, e le usiamo per andare a un funerale e a rimpinzarci di kebab. 

gennaio 16, 2024

Domenica 14 Gennaio

Svegliarsi dove dormiamo è bellissimo e io e Bram ci siamo sempre svegliati felici, tutti i giorni.

Intanto dormiamo in un bungalow sotto alla zanzariera, e non riesco a immaginare niente di più cosy.

Poi siamo in campagna e quando ci svegliamo (prima della sveglia!) sentiamo tutti i suoni del gallo e degli uccellini e stamattina alle 7 anche dei venditori di fertilizzante “chimico organico” col megafono.

E infine sappiamo che quando ci alzeremo andremo a fare colazione all’aperto e troveremo Angelina e Rose e Bunloed! 

O forse JF, che ci farà vedere dei video da lui medesimo girati.

Tutto da Bunloed e Angelina è thailandese, ma la colazione è continentale. O meglio. La colazione è self service. Se ti vuoi fare delle uova affrittellate o un curry, libero di farlo. Ma per pigrizia e abitudine tutti ci limitiamo a pane e marmellata, caffellatte e frutta fresca. La colazione tipica dell’Isan, però, è completamente diversa. È della roba golosa e completamente malsana tipo padellate di uova e salsicce. Mark e Julia hanno trovato un posto sul fiume che la fa e, dopo aver bevuto un caffè sulla terrazza del loro bungalow, si stanno dirigendo lì. A me e Bram piacerebbe aggregarci ma abbiamo la frutta da finire. Ci rifaremo! 

Oggi è l’ultimo giorno. Dopo colazione ci facciamo una bella doccia calda per levarci la foresta di dosso e poi andiamo a fare le valigie. Mentre Bram è sotto la doccia Rose viene a salutarmi. Mi dice che le mancherà vedere i capelli di Bram al mattino (sembra un porcospino in effetti) e ci invita a tornare a Novembre per aiutarli a raccogliere il riso. Sarebbe bellissimo! Questo sotto è Bram che raccoglie la biancheria. 

E poi Angelina ci accompagna alla fermata dell’autobus. Lungo la via ci fermiamo in uno dei negozietti di Ban Kham Pia perché io ho fame e voglio comprarmi qualcosa per il viaggio. Nel negozio c’è l’unico cane razzista del villaggio, quello che abbaia solo ai farang. Faccio la spesa (patatine e biscotti, non c’è altro) con un cane che mi abbaia contro. Che sia questa la terapia d’urto di cui ho bisogno?

E poi l’autobus arriva, e noi ci salutiamo. Spero tantissimo che riusciremo a tornare. Sono stati giorni in cui abbiamo fatto poco, eppure mi sono sembrati più pieni di quelli in cui visitiamo un museo quattro templi e un igloo!

Ho chiesto a Angelina come sia finita qui e mi ha detto una cosa interessante. Mi ha detto che dopo la laurea ha lavorato un anno in Francia e che dopo un annetto si sentiva pronta per qualcosa di nuovo. Ne ha parlato col suo capo e lui le ha proposto di fare un’esperienza lavorativa in Sud Africa. Lei ha accettato. E così ha vissuto un anno in Sud Africa, dove gestiva un team e viveva, come molti expat, in una sorta di gabbia dorata. Dopo un anno di questa vita, e qui viene la parte per me interessante, ha sentito che aveva dimostrato, sia a se stessa che agli altri, di sapercela fare; e a quel punto si è sentita libera di fare quello che voleva lei.

Questa parte mi ha fatto pensare. Quante cose faccio perché voglio e quante perché sento il bisogno di dimostrare qualcosa (nel mio caso, principalmente al mio babbo)? Vivo davvero la vita che voglio vivere? Ma che ne so. Ma forse sì. Della vita cerco di approfittare al massimo finché posso, questo è sicuro. Con tutti i miei momenti blu, che sono parte del pacchetto e con cui danzo.

Basta coi discorsi filosofici! Una cosa che mi sono scordata di scrivere ieri è che al tempio nella roccia dei turisti (credo thai) ci hanno entusiasticamente chiesto di fare delle foto con loro. È la prima volta che ci succede in Thailandia, che è molto turistica e al turismo è abituata. La prossima volta che succede chiedo a Bram di farne a sua volta una con loro!

Mai e poi mai avrei pensato, fra i vari paesi del sudest asiatico che ho visitato, di innamorarmi proprio della Thailandia, che è il più turistico e fra quelli visitati nel corso del viaggio non certo quello che mi era piaciuto di più!

L’autobus arriva e noi partiamo. La nostra destinazione è Nakhon Phanom, una città sulla riva del Mekong, sempre nell’Isan. È conosciuta per i giri in bicicletta che si possono fare. Sono curiosa di vedere una cittadina non troppo grossa e non troppo turistica. E adesso che ci sono vi posso dire che tolti i francesi e gli inglesi che stavano con noi da Bunloed, in questi giorni di altri turisti occidentali ne ho visto appena uno! 

Chiaramente la cosa ha un prezzo. Qua non ci sono grandi attrazioni che riempiono le giornate. Qua c’è più vita lenta, da scoprire. 

Sull’autobus io un po’ scrivo sul blog un po’ dormo. Una delle cose più utili che ho portato sono i calzini da infradito, perfetti per l’autobus dove è bello avere i piedini liberi ma c’è l’aria condizionata. Per le 13 siamo a Nakhon Phanom. La stazione dista circa 20 minuti dal posto che abbiamo prenotato per dormire e ci andiamo a piedi. Non siamo riusciti a trovare un homestay, quindi abbiamo prenotato un albergo. Un po’ mi dispiace, un po’ dopo vari giorni di bungalow sono contenta di avere una stanza d’albergo! Sia mai che riesca anche a farmi i peli! Quel che manca in atmosfera viene compensato da gentilezza. Lo staff è super amichevole e ridanciano, e parla anche un po’ d’inglese! 

Fra una cosa e l’altra si sono fatte le 14. Andiamo a pranzo. Per qualche motivo che mi sfugge a Nakhon Phanom c’è una forte presenza vietnamita, e proprio in un posto vietnamita (in cui però si parla thailandese, e così io non posso sfoggiare le tre parole che so) finiamo. Prendiamo degli involtini primavera alla vietnamita (e cioè freschi e non fritti), una zuppa di noodles, un salsicciotto e un creackerone di riso che intingiamo soddisfatti nella salsa di peperoncino dolce. 

Poi noleggiamo le bici dall’albergo in cui stiamo e andiamo in bici in un museo che è l’ex residenza dei governatori. Il museo è in un edificio caldo e completamente deserto. L’ingresso è gratuito. La visita devo dire è abbastanza interessante, perché c’è parecchio inglese e quindi riusciamo a capire un bel po’. Ci sono foto della vecchia Nakhon Phanom, foto di tutti i governatori che si sono succeduti negli anni (tutti – senza eccezioni – maschi) e foto e aneddoti sul re. 

Dopo ci fermiamo un po’ sul bordo del Mekong a guardare il Laos e a decidere un po’ cosa fare questo e i prossimi giorni. Ci sono delle panchine altissime e io non tocco terra!

Le decisioni prese sono due. 

La prima è che prenoteremo un’altra notte a Nakhon Phanom e visiteremo That Phanom in giornata da Nakhon Phanom (si va in gita alè!).

E la seconda è che passeremo quel che resta del pomeriggio fra templi in bicicletta e un mercato lungo il fiume che c’è il solo il weekend e dove ceneremo.

Iniziamo il giro. La prima tappa è una torre delle ore, che è stata donata alla Thailandia dal Vietnam. Non ve la faccio vedere, ma vorrei farvi vedere quanto tutto sia bello qui (senza dimenticare che siamo in un paese democratico solo di nome). Questo sotto è un lampione della luce! 

La seconda tappa sarebbe il primo dei templi che vogliamo visitare, ma per arrivarci dobbiamo attraversare la via in cui c’è il mercato con le bici e la cosa non è proprio ideale, così decidiamo di prima fare i templi in bici passando per le vie interne e dopo andare al mercato. Adesso sembra che la scelta sia stata ovvia, in realtà c’è stata una piccola discussione che è andata più o meno così. 

Piccolina: È scomodissimo camminare in mezzo al mercato con le bici! Rompiamo le scatole a tutti! Molliamo le bici e facciamo il mercato a piedi! 

Orso: Allora usciamo dal mercato e facciamo le strade interne con le bici e andiamo ai templi. 

Piccolina: Ma io voglio andare al mercato! 

Orso: Ci andiamo, ma prima facciamo i templi. Oh, una pastina al pollo e curry! Toh Piccolina, eccotene una!

Piccolina: No! Non la mangio! Sciopero! 

Orso: Fai come ti pare. Gira lì, che c’è il primo tempio. 

Piccolina: Mer-ca-to! Mer-ca-to! Mer-ca-to! 

Alla fine abbiamo fatto prima i templi “così ce li leviamo” e dopo il mercato, e devo ammettere si è rivelata una buona scelta perché i templi nel tardo pomeriggio erano molto più vivibili rispetto a quando è giorno e fa caldo, la pastina alla fine l’ho mangiata in un tempio, e il mercato finiva tardi e non ce lo siamo perso. Tutto è bene quel che finisce bene!

Ed ecco i templi che abbiamo visitato.

Wat Okat, altrimenti detto “Il tempio bellino”. 

Wat Pho Si, Phra Thong, o, “Il tempio in cui una farang ha mangiato una pastina pollo e curry”; o anche, “Il tempio visitato per sbaglio”. 

Wat Mahathat, noto anche come “Il tempio con i cani”. 

E infine Wat Klang, che va anche sotto il nome di “Il tempio dei Buddha gorditi”. 

A Wat Klang si canta. È un canto monotono e io penso che sia una messa. Non mi avvicino per non disturbare, quel curiosone di Bram invece sì e viene approcciato da un tizio che lo abborda con “Wondering what is going on?”. Gli spiega che si tratta di un funerale e che la cerimonia in corso si ripeterà per tre giorni consecutivi e che al quarto la salma verrà cremata. Poi Bram gli chiede se lavori nelle imprese funebri e lui risponde “No, io faccio il maestro. So queste cose perché questo è il funerale di mia mamma!”. 

E questi siamo io e Bram, davanti a Wat Pho Si, Phra Thong. 

Finiti i templi siamo andati al mercato. Era vasto e allegro ed ecco cosa abbiamo mangiato. 

Allora quello in alto è la versione locale del kebab. Era buono ed era di pollo e la parte più sfiziosa erano dei crostini di pane fritto che c’erano dentro. 

Il secondo a sinistra è “Uh lì grigliano delle verdure, prendiamo le verdure che sono sane”. Si sono rivelate ripiene di salsiccia. Il verde che avvolge la salsiccia è basilico thai (che col basilico nostro non c’entra niente).

La venditrice ridanciana mi stava vendendo una soda al lime e susine. 

Infine, in basso il dessert. Delle cialde croccanti ripiene di cocco e qualcos’altro. Non mi hanno esaltato, sapevano di uovo.

Poi a me faceva male il piede e mi sono seduta per farlo riposare e Bram è andato a caccia di papaya. 

Poi siamo tornati alle bici ma a Bram è venuto in mente che voleva degli anacardi da sgranocchiare con la birra in camera ed è andato a cercarli e io l’ho aspettato, ed è lì che c’è stato l’Increscioso Incidente del Topo Peloso.

Roditori a parte, il mercato mi è piaciuto molto, c’era una bella atmosfera. La cosa che mi è piaciuta di più è stata quella specie di kebab!

Rientrando pedaliamo sotto a un corridoio fatto di luci mega pacchiane (qua si sta ancora festeggiando l’anno nuovo, fra parentesi qui siamo nel 2567!) (e si guida a sinistra – fine angolo delle curiosità). Le luci attirano una sorta di farfalline della farina giganti che ci finiscono in bocca e nelle orecchie. 

A proposito di luci. Memore dell’esperienza con le bici farlocche a Valencia, per Natale ho regalato a Bram delle luci da bicicletta da viaggio (Sandra le ho comprate con te al Garabombo, ti ricordi?). Le abbiamo portate e si stanno rivelando utilissime! 

Quando siamo arrivati in albergo si è svolta la seguente conversazione. 

Io: “Buonasera! Secondo la mia guida dal 9 al 17 Gennaio c’è un festival a Mukdahan. In inglese non sono riuscita a trovare informazioni, potresti guardare te in thai?”

Tizia della reception: “No, non c’è nessun festival a Mukdahan”. 

Staff presente in zona reception in quel momento, in coro: “Non c’è, non c’è!”. 

Io: “Ma la guida dice che c’è. Guardi, per favore? Dovrebbe essere davanti al palazzo della provincia”. 

Tizia della reception: “Non c’è nessun festival a Mukdahan”. 

Staff presente in zona reception in quel momento: “Non c’è, non c’è!”.

Io: “Si chiama Mukdahan Thai Tribal Festival. Provi a metterlo su Google in thai e a vedere se ti esce qualcosa? Dai, non ci perdi niente.”

Tizia della reception: “Oh! Toh! Ma te guarda! C’è un festival a Mukdahan!”

Staff presente in zona reception in quel momento: “C’è un festival a Mukdahan! C’è un festival a Mukdahan!”, con tanto entusiasmo che per un attimo ho temuto che mollassero i rispettivi lavori e corressero a Mukdahan a folleggiare! 

Non è andata così. Però il festival quest’anno è dal 7 al 15, e quindi il mio iniziale “Ah-ah!” si è spento non appena ho realizzato che probabilmente non riusciremo ad andarci. 

In camera abbiamo fatto come la cicala, e cioè abbiamo cazzeggiato senza preoccuparci del fatto che non abbiamo ancora deciso dove andremo nei prossimi giorni! 

INFO

Da Angelina (che mi manca già) abbiamo speso 2600 baht per quattro notti incluso lo scooter, le colazioni e le cene. Il posto si chiama Bunloed’s Huts

Autobus da Bung Khla a Nakhon Phanom 140 baht pp

Pranzo qui. 90 baht. 

Il mercato si chiama Mekong Walking Street ed è nel weekend Abbiamo speso 50 baht per il kebab, 35 per i due spiedini con la salsiccia nascosta, 40 per la bibita, 20 per il dessert e 30 per la papaya. 

Per il noleggio bici abbiamo pagato all’albergo 80 baht pp

Bram dice che è anche andato in bagno due volte, alla stazione degli autobus e in un tempio, e che ogni volta ha pagato 5 baht! Ma spesso i bagni sono gratis. 

8 commenti leave one →
  1. Anonimo permalink
    gennaio 16, 2024 4:13 am

    Sempre bello leggere i tuoi racconti di viaggio.

  2. gennaio 16, 2024 4:53 am

    Oh ma grazie!!! 🥰

  3. gennaio 16, 2024 7:18 am

    Mi accodo al sempre bello leggerti, leggo tutto ma non sempre riesco a commentare, tipo ieri che sono arrivata in ufficio tardi, causa traffico delirante e code. Mi sembra tutto ok, e aspetto di vedere cosa farete nei prossimi giorni. PS. No, a Milano era tutto bianco ma non di neve, bensì brina. Stamattina peggio, bianchissimo e strada assai scivolosa-rischio cadute.

  4. gennaio 16, 2024 11:40 am

    Oh, ma non ti ho detto quanto sono felice che le lucine by Garabombo funzionino alla grande. Un po’ di Garabombo nel vostro viaggio, queste sono proprio le cose che amo, certo che mi ricordo l’acquisto.

  5. Anonimo permalink
    gennaio 16, 2024 5:05 PM

    E leggendoti dall’ufficio mi sento un po’in viaggio pure io!

  6. gennaio 17, 2024 2:20 PM

    Ciao Sandra, esatto, quando le abbiamo messe ho ripensato alla nostra bellissima serata insieme!

  7. gennaio 17, 2024 2:21 PM

    Mi dispiace leggere del traffico e del rischio cadute, fai attenzione mi raccomando!

  8. gennaio 17, 2024 2:25 PM

    Che bello, grazie di avermelo detto!

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